Inventarsi un lavoro

Per questo post lascio spazio a un articolo illuminante, mi farò doverosamente da parte, le mie critiche e le mie incazzature nei confronti del mondo del lavoro cominciano a sembrare quei noiosi ritornelli con cui ci assillavano certi nonni anacronistici (o no?)…
Beh, traetene le vostre conclusioni, io ho già cominciato a seguirne i dettami e le soddisfazioni non stanno mancando, questo mese mi sono inventato ben tre lavori, ho pagato l’affitto dei prossimi tre mesi, fatto modesti regali a tutti ma dico tutti i parenti allargati, dall’ultima generazione ai sopravvissuti della più vecchia, mi sono finalmente permesso il lusso di una Renault Clio rossa vecchio modello, ho riparato il mio lettore dvd da 39 euro e ho ovviato al problema del rumore assordante prodotto dalla ventola del mio vecchio pc con un bel paio di tappi per le orecchie blutooth con altoparlanti per collegamento i-pod. Comincio a essere felice, di questo passo troverò il mio posto nella vita e avrò quell’agiatezza necessaria, ma non eccessiva, per creare e mantenere una mia famiglia. Datemi retta, leggete bene l’articolo!

Il lavoro bisogna inventarlo
di Paolo Ares Morelli
del 03/04/06 00:00

I giovani non capiscono che oggi devono inventarsi un lavoro, non possono più pretendere la pappa scodellata…

Non si capisce come mai i
giovani si lamentino per la mancanza di lavoro. Firenze pullula di
occasioni, così come del resto in tutte le altre città italiane. Quello
che i ragazzi non capiscono è che il lavoro lo si deve inventare. Anche
mia nonna lo dice sempre al giorno d’oggi il lavoro lo si deve
inventare. E come dar torto alla saggezza popolare (mia nonna
effettivamente è molto famosa in tutto il paese). Inoltre potrei
riportare una miriade di esempi che fanno capire come, con un briciolo
di inventiva, si possa arrivare a professioni redditizie e
gratificanti.
Io, ad esempio, ho un cugino che si è inventato un
ottimo lavoro, lavora alla posta. Con un giorno di lavoro mensile
riesce a guadagnare cinque milioni. Quando l’ho saputo sono rimasto
affascinato, e gli ho chiesto immediatamente come ha fatto a farsi
assumere, se magari conosceva qualcuno che potesse fare entrare anche
me. A quel punto mio cugino mi ha spiegato il suo è un lavoro autonomo
una forma di libera imprenditoria giovanile. Il suo lavoro, infatti,
possono farlo tutti basta essere moto muniti e con i riflessi pronti.
E’ sufficiente, nel giorno della riscossione delle pensioni, appostarsi
con lo scooter davanti alle poste e aspettare che escano i pensionati.
Il resto è facile, si passa vicino ai pensionati e si preleva il nostro
stipendio mensile direttamente dalle loro borse. Le prime volte mio
cugino cercava di giustificarsi con i pensionati, dicendo loro che se
non avesse preso la pensione a loro, con i tempi che corrono,
probabilmente non l’avrebbe presa più.
Mio cugino è riuscito per
molto tempo a campare di questo lavoro che si era inventato, finché un
bel giorno ha scoperto, con grande rammarico, che un gruppo di teppisti
si era inventato un lavoro più intelligente del suo. Essi, infatti,
lavoravano al semaforo, aspettavano che mio cugino si fermasse al
semaforo dopo aver prelevato i soldi ai vecchietti, e ne approfittavano
per prelevare i soldi a mio cugino. Anch’essi le prime volte sentivano
il bisogno di giustificarsi, dicendo che in fondo per fare andare bene
l’economia è molto importante che il denaro circoli il più possibile.
L’importante
è comunque avere inventiva, avere un’idea originale e sfruttarla fino a
che è possibile, fino a che qualcuno non decide di farvi concorrenza, o
di sfruttarla a suo esclusivo vantaggio..
Un altro ragazzo pieno
di iniziativa e voglia di fare, si è inventato un lavoro nel campo
della sicurezza personale, anche in questo caso si tratta di un lavoro
autonomo (quasi tutti i lavori inventati sono lavori autonomi).
Guadagna qualche soldo e rende un servizio sociale. Egli è molto grosso
e nerboruto e per una modica somma salva i turisti dai pestaggi e dalle
aggressioni. Ai turisti che desiderano non essere aggrediti è
sufficiente consegnargli una modica somma, in cambio
lui si astiene completamente dal pestarli e dall’aggredirli. Certo
corrono il rischio di essere aggrediti da qualcun altro, ma almeno
un’aggressione sicura è scampata.

C’è comunque chi va oltre e per
inventarsi un lavoro altamente qualificato, per prima cosa si inventa
il titolo di studio. Conosco un medico che con una laurea inventata è
riuscito a diventare primario, ha sempre detto che l’importante è che
lui sia primario, che i pazienti guariscano è secondario

Ci si può
inventare di tutto e fare un po’ di soldi, un gruppo di amici, ad
esempio, è riuscito a raggranellare un buon gruzzolo vendendo i
biglietti di un concerto assolutamente inventato.

Poi esistono
persone che riescono a inventare dei beni di consumo e venderli sul
mercato a prezzi estremamente concorrenziali. Una volta mi è capitato
di acquistare un autoradio frutto di un brevetto di un venditore da
area di servizio. Si trattava di un’invenzione particolarmente
intelligente, all’esterno era una vera e propria autoradio, all’interno
al posto di fili e circuiti conteneva soltanto sassi e bulloni. Certo
non poteva servire per ascoltare la musica, però in compenso l’ho
pagata molto poco per essere un autoradio. Ho saputo che con lo stesso
brevetto sono stati inventati anche televisori e videoregistratori.

Comunque
non si tratta soltanto di lavoretti, o di piccole vendite al dettaglio,
con l’inventiva si possono anche salvare le sorti di importanti
attività economiche; un’importante industria farmaceutica è riuscita a
fatturare miliardi, inventandosi le proprietà curative dei propri
farmaci.

Bisogna sottolineare che anche il settore pubblico non
manca di inventiva per quanto riguarda il lavoro. I vari enti pubblici
sono riusciti ad inventarsi innumerevoli altri enti, perfettamente
inutili, ma con il grande merito di dare lavoro ad un sacco di amici e
parenti dei vari politici che lavoravano negli enti principali.

Poi
esistono le scuole di specializzazione che si inventano sempre nuove
qualifiche, il segreto è di offrire lavoro sempre più qualificato. Una
volta ad esempio venivano offerti corsi di computer, si studiava sia la
parte meccanica che l’eventuale utilizzo, ma eravamo ancora agli albori
della civiltà specializzata. Successivamente i due settori si sono
divisi, sono nate scuole per tecnici riparatori e scuole per
programmatori ( che comunque utilizzavano il computer nel complesso).
Poi c’è stato l’avvento di Internet e sono nate le prime scuole di
internet. Le scuole si sono in seguito specializzate in singoli
programmi, però erano ancora programmi generici ad esempio scuole di
videoscrittura. Poi scuole che insegnavano ad utilizzare programmi
specifici: word, excel etc. Scuole per costruire pagine web. Scuole di
disegnatori e grafici da inserire in pagine web. Ma il progresso non ha
limiti, presto nasceranno scuole per tracciare linee orizzontali nelle
pagine web, scuole per tracciare linee verticali e così via. Una
quantità di posti di lavoro nasceranno in più. Il metodo della
tecnologia sarà poi esportato nell’artigianato classico, al posto di un
solo calzolaio ci sarà quello che riconosce il difetto, quello che
ripara il cuoio, il piantatore di chiodini, il riparatore di tacchi, il
riparatore di solette e anche in questo caso un grande numero di posti
di lavoro si verrà a creare. In altri paesi del resto la
specializzazione è già una realtà, esistono ad esempio non scuole per
tecnici generici ma per riparatori di caldaie. Ma non di caldaie
generiche bensì di una determinata marca. Ma non genericamente di una
determinata marca bensì di quelle comprate in un certo periodo. Ma non
in un periodo generico in un certo anno ed in una certa stagione
dell’anno, ad esempio d’inverno. Tuttavia non genericamente d’inverno
ma in un certo mese ed in un certo giorno. Ecco che diventa tutto più
semplice, se una ditta ha bisogno di un tecnico che ripari una caldaia
di quella marca, acquistata il 12 gennaio del 1997 si potrà rivolgere a
quella scuola che sarà in grado di offrire un tecnico
specializzatissimo, che avrà qualche dubbio soltanto inerente
all’orario di acquisto.

Molti, in realtà, con la scusa della new
economy, si sono inventati un sacco di scuole che hanno il prevalente
obbiettivo di rinnovare l’economy dei loro fondatori, rendendola più
florida. Chi crea queste scuole la maggior parte delle volte è spinto
dal forte desiderio di abbattere la disoccupazione, la propria.

Come
si è potuto osservare, non si capisce come ci si possa lamentare della
mancanza di lavoro. Il fatto è che i giovani sono viziati, non hanno
spirito di iniziativa, non hanno voglia di fare niente. I giovani
stanno sempre a chiedere i soldi a mamma e papa, come se i soldi
risolvessero tutti i problemi, quando basta un po’ di inventiva e di
immaginazione per risolvere ogni tipo di problema. Quando i posti di
lavoro e le occasioni sono lì dietro l’angolo che aspettano di essere
inventate.

E poi i soldi non sono importanti, in realtà non
occorrono, basta inventare. Con un po’ di iniziativa e di spirito di
inventiva si può fare tranquillamente a meno del denaro. L’altro
giorno, ad esempio, mi hanno fatto una multa perché non avevo il
biglietto dell’autobus, è bastato inventare i miei dati anagrafici ed
ecco che la multa arriverà a un altro.

Anche per mangiare in un
ristorante di lusso non occorrono soldi, basta inventare: si ordina
tutto ciò che si riesce a ingerire, ed al momento del conto ci si
inventa un’intossicazione alimentare.

Si potrebbe addirittura fondare la nuova massima che chi è capace di inventare non ha bisogno di altro. "


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3 risposte a Inventarsi un lavoro

  1. alex ha detto:

    perfettamente utile

  2. maria concetta ha detto:

    ho perso tempo a leggere questo articolo…………

  3. umberto ha detto:

    considero una crudelta\’ chi ruba a coloro che non possono difendersi (tipo i poveri vecchietti che campano a malapena con la loro pensione) e per me, questo messaggio che hai scritto rientra nella apologia di reato…vergognati e nasconditi…

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